Marta a piazza Vittorio

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I ragazzi filippini stanno giocando a basket, quelli indiani continuano a giocare a cricket, io guadagno un posto all’ombra per osservare, attenta, prima gli uni poi gli altri in una delle prima domeniche caldissime a Roma. Registro i suoni, sono ipnotizzata dal movimento e dal tono di voce così contenuto dei due gruppi.

Cerco la Porta Magica, in realtà, per capire come mai Marta Perotti sia venuta a vivere qui, nel leggendario rione Esquilino che è pieno zeppo di storie, popoli, odori e abitudini in trasformazione. Lavorare nell’albergo di famiglia sulla piazza è stata la sua prima ragione, non sarà l’unica né l’ultima.

Tra le vie intitolate ai protagonisti della politica italiana tra Ottocento e Novecento si gira da turista: Termini è a due passi, la storica gelateria Fassi anche, i negozi cinesi non sono leggenda e la cartoleria Di Veroli ha chiuso da qualche anno. Nel 2017 ha ceduto definitivamente anche MAS, i Magazzini allo Statuto.

Marta invece resta convinta, aperta a questa parte di mondo di cui parla con realismo e nuovo senso di appartenenza.

Illustrazioni di Francesca Mariani
“Balesh Tebsni” di Mohamed Abdel Wahab nell’esecuzione dell’Orchestra di Piazza Vittorio
Sigla “Picturebook” di Dave Depper

 

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