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“Che ci faccio qui”, l’Avvento il giorno dopo

E’ iniziato domenica 1 dicembre 2019 l’Avvento, il tempo che prepara al Natale. Come tutti sanno dura quattro settimane: quattro domeniche di invito costante a uscire da abitudini e rassegnazione per far spazio alla speranza incarnata in un bambino. Quest’anno c’è una novità che azzardo a segnalare così come mi pare di averla colta guardando la televisione e un suo programma in particolare.

Non che sia la televisione a dare annunci ma certo è la tv stavolta a farsi portatrice della novità che ci riguarda e che va in onda il lunedì sera alle 23.15 su Rai Tre, ossia “il giorno dopo”.

Da lunedì 2 a lunedì 23 il giornalista Domenico Iannacone propone Che ci faccio qui, reportage in quattro puntate dedicato ai luoghi e alle storie in bilico fra bene e male, fra destino e scelta.

E a proposito di scelta, i luoghi del racconto sociale di questa serie sono due periferie simbolo di problemi enormi e anche di enormi bacini di energia e solidarietà, Scampia a Napoli e San Basilio a Roma.

Sono le periferie i luoghi che al giornalista molisano stanno più a cuore così come a noi che lo seguiamo passo passo dentro le Vele di Scampia e nelle strade di San Basilio.
Sono le storie ai margini che a lui interessa scoprire e raccontare con rispetto e silenzio perfino, senza giudizio figurarsi i pregiudizi. Già, perché i due quartieri e le persone che li vivono hanno fatto incetta, negli anni, di etichette, stigmi, parole criminali più dei crimini che li hanno coinvolti. Hanno fatto paura prima, hanno riscosso il fascino del proibito e del pericoloso poi. Chiedono invece solo normalità, che vuol dire lavoro, istruzione, casa e infrastrutture. Hanno bisogno di scambio, di mescolarsi, di “contaminazione”, come si ama ancora dire a parole ma i fatti sono altri.

Nei giorni che seguono i lunedì d’Avvento, poi, stiamo assistendo sui social a un fenomeno provocatorio e contagioso: molte persone da tutta Italia chiedono di poter fare qualcosa, anche di più, per aiutare chi hanno visto in difficoltà nelle storie incrociate da Iannacone, scrivono a lui e alla redazione per farsi avanti, chiedono anzi pretendono dalla Rai la prima serata per un programma che li scuote e li chiama a farsi carico, ognuno alla propria maniera e coi propri mezzi, di un pezzetto di realtà che non conoscevano davvero.

L’onda lunga del bene, allora, non si ferma alla storia raccontata, va anzi a fondo, esige risposte di salvezza collettiva e un futuro nuovo. Che a ben vedere è un po’ come Natale, per chi ci crede.

Guarda il trailer dell’ultima puntata

 

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Testi a pezzi

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