Tombola al Pronto Soccorso
Nella notte del 26 maggio, mentre andavano in scena le elezioni europee, ero al pronto soccorso del più grande ospedale di Roma e mi sembrava la fine del mondo, qualcosa per cui “dare i numeri” ed uscire di senno. Nello stesso tempo, a Napoli, qualcuno i numeri li teneva in mano e se li giocava insieme agli altri. Mi parevano due modi di intendere la vita e di tenersela comunque stretta.
Non ringrazierò mai abbastanza chi mi ha fatto sorridere coi numeri del gioco mentre io ascoltavo in diretta i numeri della malattia.
Tanto tempo fa qualcuno mi propose di tenere un corso su “scrivere nei momenti difficili“. Non lo feci per mancanza di esperienza e troppo pudore. Ora posso dire cosa significa ascoltare e registrare in situazioni difficili, farsi compagnia e farsi scudo con gli strumenti del mestiere che ti seguono ovunque. Trovare conforto e anche nuove compagnie ridendo dell’assurdo della vita che si diverte a creare imprevisti e a regalare il tempo dell’attesa.
Tra le compagnie, quelle finite dentro i miei schizzi da pronto soccorso.
Non ho la mano né l’esercizio ma la sfacciataggine da pronto soccorso, quella sì.